venerdì 4 febbraio 2011

Cose da fare e da vedere nel Salento: Lecce

Lecce è la “capitale” del Salento.

La piazza principale è “Piazza S. Oronzo” che un tempo era chiamata “la piazza dei mercanti” perché qui due volte a settimana c’era il mercato settimanale, dove i mercanti si incontravano per i loro rapporti commerciali nei negozi e nella piazza.
Qui c’è il vecchio “Palazzo di Giustizia” (1577), costruito dai Gesuiti, la cui chiesa (la “Chiesa del Buon Consiglio”) si trova poco distante. I Gesuiti, infatti, avevano un ruolo importante a Lecce, fondarono una scuola (una sorta di università) che rimase aperta fino al 1767, l’anno in cui l’ordine fu espulso da Lecce. Fino al 1977 il palazzo fu la sede del Palazzo di Giustizia.

La perla della piazza è l’Anfiteatro Romano, apparentemente costruito nel I o nei primi anni del II sec. d.C., durante il regno di Traiano. Poi rimase coperto per secoli finché fu nuovamente portato alla luce nel 1905 dallo studioso locale Cosimo De Giorgi durante i lavori della Banca D’Italia. Esso mostra l’importanza della civiltà romana a Lecce, e vi si tenevano nel passato giochi di caccia o celebrazioni e feste. Lo si può capire dai fregi intorno al podio; poi si possono vedere scene di combattimento fra tori e animali esotici (elefanti, leoni, pantere e lupi), iscrizioni romane, sculture e perfino una statua di Atena attribuita allo scultore ateniese Alcmene (che tuttora è conservata nel Museo Provinciale).
L’anfiteatro, richiamando quello costruito dai romani, fu scavato da un deposito di calcare, con l’aggiunta di pietra leccese. Probabilmente c’era un altro livello di sedili sopra la prima fila superiore che vediamo oggi, probabilmente con colonne e pilastri.

Dietro l’anfiteatro c’è il “Sedile”, una grande costruzione dalla forma di una piazza con archi gotici sormontata da archi circolari. Risale alla fine del XVI sec. e fu costruito da Pietro Mocenigo, un veneziano, per testimoniare i rapporti commerciali tra Lecce e Venezia (Venezia era il punto di partenza per il Mediterraneo orientale). Fino al XIX sec. era la sede del municipio, poi fu trasformato in ufficio turistico; ora è luogo di mostre.
Il vero simbolo della piazza è la “Colonna”, costruita nel 1666 per ringraziare S. Oronzo che aveva salvato la città dalla peste nel 1656. La colonna marmorea segnava la fine della via Appia e fu un regalo dei brindisini; la statua originale del santo (che si vede in cima alla colonna) fu distrutta nel 1737 da fuochi d’artificio e fu rifatta in un laboratorio a Venezia.

Non lontano da Piazza S. Oronzo, ci sono due splendidi esempi di barocco leccese: la “Basilica di Santa Croce” e il “Palazzo dei Celestini” (i Celestini erano un altro ordine religioso e avevano il loro monastero proprio lì).
Le due costruzioni risalgono al XVI sec. Lo stile della chiesa è sfarzoso senza esagerazione, la facciata è magnifica, con uno splendido rosone circondato da angeli. Fu il lavoro di Gabriele Riccardi, Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Le parole non bastano per descrivere la bellezza di Santa Croce, ma si resta certamente affascinati di fronte ai leoni, ai dragoni e agli angeli che tengono la balaustra. Quando si entra si respira un’atmosfera austera (come si sente nello stile di una basilica Classica), con il soffitto in legno e le colonne levigate e adornate con capitelli corinzi. Gli altari, nelle navate laterali, sono puramente barocchi e alcuni di essi mostrano splendidi dipinti.

Non si può lasciare Lecce senza aver visitato il “Castello” e la “Chiesa di San Matteo”. Il Castello (XVI sec.), costruito su una preesistente fortezza di Gualtieri VI di Brienne, fu il lavoro di Gian Giacomo dell’Acaya. Si possono visitare le grandi stanze del castello se si vanno a vedere le mostre o si prende parte a eventi culturali, nonostante l’edificio sia ancora in ristrutturazione.
La chiesa di San Matteo è quello che lo storico tedesco Gregorovious definì il “Pantheon del barocco leccese”, una superba costruzione con superfici curve e forti volumi. Si può notare la superficie concava nella parte superiore e quella convessa in quella inferiore.

Un’altra splendida piazza è Piazza Duomo con il Campanile, la Cattedrale, il Vescovado e il vecchio Seminario. La piazza ha una particolarità: è uno dei rari esempi di piazze chiuse in Italia. Nel passato, infatti, all’ingresso (dove ci sono due palazzi gemelli) c’era un portone di legno; questo portone veniva chiuso ogni sera solo per la vita religiosa separata dalla vita ordinaria.

La facciata della Cattedrale fu costruita nella seconda metà del XVII sec. per il vescovo Pappacoda (il cui monumento sepolcrale si trova dentro la chiesa) per allargare la vecchia chiesa, mentre l’entrata principale si trova sul lato, vicino al vescovado. Infatti la vecchia facciata non è così riccamente decorata e manca di solennità, è più sobria e quasi austera.




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