domenica 6 febbraio 2011

Cose da fare e da vedere nel Salento: da Santa Maria di Leuca a Ugento

Quando si raggiunge la più estrema area d’Italia, si arriva a Santa Maria di Leuca, dove l’Italia termina ai piedi di un faro come se fosse il confine finale della terra.

Santa Maria di Leuca, dalla parola greca “Leucos”, che significa “bianco”, bianco come le rocce calcaree e il faro, alto 47 metri, che domina da Punta Meliso, 102 metri sul livello del mare.
Proprio Punta Meliso separa il mar Jonio dal Mare Adriatico, e il faro è sempre una buona guida per i marinai e per chiunque arrivi via mare. Una volta arrivati bisogna visitare il santuario “De Finibus Terrae” , dalla sobria facciata che guarda una statua della Vergine erta su un’alta colonna del 1694. La “Croce petrina”, una croce di ferro formata da due chiavi incrociate su una colonna ottagonale, significa che San Pietro iniziò le sue predicazioni da qui quando stava ritornando dall’oriente.
Indubbiamente Leuca è il punto d’incontro tra l’est e l’ovest, il mare e la terra, il mondo umano e quello divino. Scendendo ci si può fermare in un bar del porto, dove a qualsiasi ora i pescatori parlano con la gente, giovani o vecchi o vip, allegramente e amichevolmente. Ti possono portare a scoprire Leuca e le sue splendide grotte, ognuna con dentro una storia. È meglio visitare le grotte sulla costa orientale al mattino e quelle sulla costa occidentale ne pomeriggio poichè mostrano differenti giochi di luci ed ombre.


Sulla passeggiata ci sono numerose ville terrazzate, tutte costruite in stile liberty, con decorazioni moresche e fascino orientale, residenze estive di alcune famiglie locali aristocratiche (che ancora oggi le abitano in estate), risalenti al tardo XIX sec. e primi anni del XX. Raccomandiamo Villa La Meridiana, Villa Episcopo, Villa Mellacqua, Villa Daniele-Romasi.

Dopo Leuca si torna indietro fino a Patù, un antico villaggio messapico. Fu il luogo di nascita di Liborio Romano che fu ministro degli Interni nel 1860 nel Regno di Napoli. Non molto lontano dalla città c’è “Vereto”, la sede di un’antica città messapica, circondata da alte mura (lunghe 4 km) dove si può vedere il “Centopietre”, un singolare monumento medievale fatto di lastre di un mausoleo romano. All’interno delle pareti sono visibili tracce di dipinti in stile bizantino.

Poi si va ad Alessano, dove si può passeggiare nella parte vecchia della città ed ammirare la Chiesa Madre, sede della diocesi fino al 1818, e il Convento dei frati Cappuccini, con il suo splendido altare intagliato nel legno. Tutto ad Alessano ricorda Don Tonino Bello, il prete a cui è dedicata la piazza principale. Nel centro della piazza si vede la Torre dell’Orologio del tardo XIX sec. In via Sangiovanni ci sono splendide ville dei primi anni del novecento, ma nelle stradine del centro storico ci sono palazzi del XVI e XVII sec., il più bello dei quali è palazzo Sangiovanni, con la sua facciata in stile bugnato.

Si può continuare la visita a Presicce, nell’entroterra, con il suo bellissimo centro storico. Al centro di Piazza del Popolo c’è l’elegante colonna di Sant’Andrea (del XVIII sec.) con una graziosa balaustra: qui le Virtù Cardinali sono impersonificate dalle quattro figure femminili al di sopra di essa. La chiesa di Sant’Andrea risale al tardo XVIII sec. ed ha un’elegante facciata barocca con un campanile in stile rinascimentale. All’interno si possono ammirare opere di Tiso e Catalano, due dei più famosi pittori salentini del tempo.
C’è un altare maggiore e otto altari laterali, tutti decorati con stucchi preziosi.
Di fronte alla chiesa lo sguardo è catturato dallo splendido Palazzo Ducale, con il suo giardino pensile. Qui al giorno d’oggi, c’è il museo della Civiltà Popolare. Questo palazzo, in stile normanno, e molti altri abbelliscono questa piccola città storica, e camminando attraverso le stradine, si può ammirarli ricchi di decorazioni e affreschi. Altri importanti monumenti da visitare sono: la chiesa Degli Angeli (XVI sec.), la chiesa Del Carmine (XVII sec.), costruita in pietra leccese, con colonne ricche di bassorilievi, e il Monastero dei Carmelitani (XVI sec.). I frantoi ipogei, non lontani da qui, sono la prova che Presicce era un importante centro agricolo per la produzione dell’olio d’oliva. Sono stati restaurati e possono essere regolarmente visitati in estate, mentre a Natale vi sono allestiti suggestivi presepi.

Attraversando una strada fiancheggiata da olivi, si arriva ad Acquarica del Capo con i resti di un antico castello e la “Masseria Gelsorizzo” con la sua torre normanna. Nei campi tra Presicce ed Acquarica si possono osservare le tipiche “pagghiare”: sono a forma di cono ed erano usate come rifugi, costruite senza cemento ma solo con pietre calcaree dai campi. Rappresentano i veri capolavori dell’architettura rurale. Tra queste c’è il “Pagghiarone”, molto grande, che domina su tutti gli altri.

Arrivando ad Ugento, si arriva in mezzo ai Messapi, dove nel 1961 una donna trovò una piccola statua di Zeus risalente al VI sec. a.C. La gente di Ugento lo chiama “Lu Pupu” (che significa il “bambino”), per la cura con cui la donna lo custodì prima di consegnarlo agli archeologi. Nel museo civico è conservata una copia della statua del Dio messapico (l’originale è a Taranto). Sebbene al giorno d’oggi siano visibili alcuni resti delle antiche mura messapiche, alla fine del XVII sec. si vedevano ancora torri e architravi del periodo messapico. La cattedrale è stata ricostruita nel 1700, dopo la distruzione dei Saraceni nel 1537. Solo la facciata è stata ricostruita qualche anno dopo, nel 1855.

 La costa intorno a Ugento è piena di tipiche torri, la più nota delle quali è Torre San Giovanni, costruita per l’imperatore Carlo V nella seconda metà del XVI sec. Poi è diventata un faro e segnalava la presenza di banchi di sabbia al largo della costa. Molti turisti dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’America e dalla Svizzera trascorrono le vacanze estive su questa costa, sulle spiagge bianche con la loro caratteristica sabbia fine.



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