giovedì 28 ottobre 2010

Cose da fare e da vedere nel Salento: l'arte

Mare, sole e natura in un ritmo travolgente. L'energia vitale del Salento coinvolge e affascina, facendo diventare il turista protagonista di una vacanza indimenticabile.

Il Salento è una penisola nella penisola, che comprende i quasi cento comuni della provincia di Lecce. Ma l'antica terra d'Otranto è ancora più vasta e lambisce diversi comuni oggi comresi nel territorio di Brindisi e Taranto.

Crocevia di popoli e culture, di approdi e di partenze, questa terra sta vivendo negli ultimi anni un sorprendente risveglio culturale grazie alla rivalutazione e valorizzazione delle sue tradizioni e della sua storia, a beneficio di un turismo sostenibile, genuino, affatto invasivo, in sintonia con la crescente richiesta di una dimensione vera e ancora in grado di offrire esperienze e sensazioni non artificiali, bensì a contatto con una cultura antica e complessa, sempre pervasa dallo spiccato spirito di accoglienza dei salentini.

Il Salento si offre al visitatore nelle sue mille sfaccettature.
Lecce stupisce con il suo barocco che raggiunge la sua massima espressione con la Basilica di Santa Croce, la si scopre all'improvviso arrivando da una stradina che collega Piazza Sant'Oronzo o da quella frontale, da dove, arretrando, è possibile ammirare la facciata in tutta la sua bellezza: uno stupefacente ricamo fatto di volti, fiori, frutti, simboli, magie della pietra leccese, la stessa della quale sono fatti i palazzi, i festoni, i balconi del centro storico; una pietra friabile e dolcissima sotto le mani degli scalpellini di un tempo e di oggi e che ha in sè la magia di diventare dorata e rosa alla luce del tramonto.

Ci si può perdere con il naso all'insù a Lecce. Percorrendo strettoie e vicoli ecco Piazza Duomo, dove, come in un ampio respiro, un abbraccio elegante, si affacciano il Duomo, il Vescovado e il palazzo del Seminario.

Ma la fastosità e l'eleganza del capoluogo si possono ritrovare nei quasi cento paesini del Salento: inaspettate visioni, tra le semplici e bianche case a corte che si susseguono come un filo di perle nelle vie.

Il Castello di Otranto, di Copertino, di Gallipoli, un tempo luoghi di epiche battaglie e corti sfarzose, oggi suggestivi monumenti e splendide cornici di eventi culturali.

A Galatone, Galatina, Ostuni e Santa Maria di Leuca, le basiliche e i santuari che hanno sfidato tempo, saccheggi e distruzioni e oggi si presentano a noi in tutta la loro imponenza e ricchezza.

Ancora, le tracce della presenza dell’uomo nel Salento, oggi accessibili e visitabili nei numerosi Parchi Archeologici, negli Anfiteatri e negli ambienti ipogei presenti sul territorio a Fasano, Ugento, Vaste e Alezio.

Più in generale, uno per uno, tutti i piccoli borghi con i loro suggestivi centri storici raccontano con le loro chiese, i loro palazzi, le piazze e i giardini, di un passato ricco di storia e di tradizioni ancora oggi in uso.

Nel Salento c'è sempre qualcosa di indimenticabile da fare e da vedere...

Per coloro che sono alla ricerca di tutto questo e di trascorrere una vacanza rilassante, in grado di concedere, anche per un solo attimo, la possibilità di dimenticare il ritmo frenetico del mondo moderno, proponiamo l’idea di trascorrere un piacevole soggiorno presso il Residence Baia degli Angeli di Santa Cesarea Terme. Grazie ad un equo rapporto tra qualità e prezzo è decisamente tra i più competitivi del Salento; le varie tipologie degli alloggi danno la possibilità a famiglie, coppie e single di trovare la giusta dimensione. Inoltre, il Residence propone offerte e last minute Salento per tutta la stagione estiva 2012.
Tra queste evidenziamo un imperdibile last minute per Maggio e Giugno.
Per maggiori informazioni visitare il sito Residence nel Salento al seguente indirizzo www.residencenelsalento.com
e….buone vacanze!

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sabato 23 ottobre 2010

Ponte di Ognissanti e Halloween in Puglia e nel Salento: i trulli di Alberobello

Preparate la solita zucca, il solito abito da strega, prenotate il solito locale...Entusiasmo alle stelle, signori: è tempo di Halloween, festa delle streghe, tradizione antica che affonda le proprie radici un po' lontano dalla nostra cultura, ma ormai appuntamento consolidato anche in Italia...
Travestimenti, zucche e musica: bello, ma forse un pò banale...

Ora che il ricordo della vacanza al mare inizia a sbiadirsi e le pioggie autunnali ci hanno bruscamente proiettato verso la monotonia dell'inverno, sarebbe forse il caso di regalarsi qualcosa di più appagante ed originale...

Il Ponte di Ognissanti è una ghiotto pretesto per trascorrere qualche insolita notte in un paesaggio da fiaba e l'occasione giusta per un weekend rigenerante, alla scoperta di uno dei borghi più suggestivi d'Italia: Alberobello, la capitale dei trulli!

Le origini storiche di Alberobello risalgono alla fine del XV sec., quando i Conti di Acquaviva decisero di attirare coloni nel loro territorio offrendo immunità a quanti vi si sarebbero stabiliti. I coloni, giunsero da diverse zone a popolare i colli su cui sorse Alberobello. Naturalmente, per sfruttare la protezione promessa dai Conti, si trasferirono ad Alberobello molti coloni che avevano dei problemi con la giustizia.
Per eludere i controlli e le tasse reali, i Conti obbligavano i coloni a costruire le loro case a secco.
Ecco quindi la nascita di queste strane e fiabesche costruzioni, dichiarate oggi Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: i trulli.

I trulli sono costruzioni di pianta circolare realizzate con le pietre calcaree rimosse dai campi, laddove costituivano un intralcio alla coltivazione. La muratura, rigorosamente a secco, è di spessore molto elevato, tanto da riuscire a conservare l’ambiente interno caldo d’inverno e fresco d’estate; a completare la costruzione, una cupola che costituisce la copertura del trullo, creata da una serie concentrica di lastre orizzontali disposte a gradini rientranti sempre più, man mano che si va verso l'alto.
I trulli sono quindi inizialmente delle abitazioni rurali e un deposito per gli attrezzi dei campi.

Si pensa che in origine i trulli fossero stati ideati con queste modalità costruttive per evadere il pagamento delle tasse sulle case.
Ci sono due teorie in proposito. La prima sostiene che il tetto dei Trulli veniva costruito a secco in modo da poter essere rapidamente scoperchiato per comunicare al resto dei coloni mediante segnali di fumo l'arrivo di eventuali controlli; il tetto, quindi, veniva poi ricostruito una volta passato il pericolo.
Una leggenda popolare narra invece che, non appena si aveva notizia dell’avvento del padrone nell’agro di Alberobello per chiedere il pagamento del dazio per la residenza nel terreno, ai cozzari (gli abitanti dei trulli che coltivavano la terra del padrone) bastasse togliere dalla tipica costruzione una sola pietra per far crollare interamente il trullo, facendo apparire il tutto come un semplice cumulo di pietre.

Un tempo abitazioni dei coloni, i trulli ormai da anni sono stati riscoperti nella loro tipicità diventando oggi ambite dimore estive di curiosi viaggiatori e di noti personaggi dello spettacolo e non solo. Quelli della zona monumentale, sono invece adibiti a negozietti dove è possibile trovare le prelibatezze della cucina pugliese, orecchiette, olio d’oliva, taralli e friselle, e i prodotti dell’artigianato, vimini, terracotta, cartapesta.

Inspiegabili e misteriosi con i loro bizzarri tetti, tra ulivi secolari e sconfinate campagne, queste costruzioni uniche al mondo sono oggi la meta ideale per una vacanza autentica, per chi nel suo viaggio insegue emozioni, creatività e passione.
Tutti oggi possono provare l’emozione di dormire in una di queste costruzioni uniche al mondo, divenute oggi delle romantiche alcove confortevoli, arredate con gusto e semplicità, nel rispetto della tradizione pugliese; tutti oggi possono lasciarsi coccolare dall'incredibile storia dei trulli.

Ponte di Ognissanti e Halloween in Puglia e nel Salento nei Trulli di Alberobello
Ecco alcune offerte:

Ponte di Ognissanti ai Trulli del Bosco:
Due pernottamenti in trullo + colazioni + un pranzo (orecchiette fatte a mano con polpette di pane, formaggi locali con tris di marmellate dei Trulli del bosco, dolcetti tipici di Alberobello, rosolio fatto in casa)

Ponte di Ognissanti presso Hotel Il Palmento:
Sistemazione in Trullo Deluxe - Trattamento di Mezza Pensione - - Pranzo del 01/11 (bevande escluse) -  Intrattenimento musicale per la cena di Halloween - 1 Ingresso ( Sauna & Bagno turco) per persona al centro benessere

Ponte di Ognissanti a Le Alcove:
Due pernottamenti in Suite a trulli - Benvenuto di dolci tipici pugliesi in camera - Cena di Halloween (bevande escluse)

Alberobello con i suoi trulli affascina, rilassa, inebria; dormire in queste stravaganti costruzioni e passeggiare tra le stradine di questo splendido luogo è come essere catapultati in un altro mondo…tutti abbiamo sempre sentito parlare dei trulli, ma vederli dal vivo è tutta un’altra cosa…

E ora, se volete, preparate la solita zucca, il solito abito da strega, prenotate il solito locale...

venerdì 22 ottobre 2010

Recensioni hotel del Salento: consigli utili per turisti e albergatori

Tripadvisor, così come tutti i siti di recensioni turistiche, può essere molto utile sia per chi decide di trascorrere le proprie vacanze nel Salento sia per gli operatori dell’industria dell’ospitalità salentina.

Essendo una zona turisticamente giovane e riscoperta nelle sue infinite potenzialità solo di recente, il Salento, ad una cospicua fetta di “repeaters” (turisti abituali che ritornano di anno in anno a trascorrere le vacanze in questa splendida terra),  affianca un importante numero di viaggiatori che scelgono per la prima volta di venire in Puglia, per lasciarsi travolgere dal mare cristallino, dall’atmosfera fatata e dal ritmo frenetico della pizzica.

Il turista che viene per la prima volta nel Salento può, pertanto, ricercare e trovare in Tripadvisor e in altri siti simili le informazioni che più ritiene interessanti e confacenti alle proprie esigenze, al fine di poter pianificare al meglio la propria vacanza, selezionando la soluzione ricettiva che più ritiene appropriata e affine alle proprie necessità.
E’ importante, a tal proposito, riuscire a valutare la giusta attendibilità delle recensioni e, in ogni caso, partire dal presupposto che si tratta di opinioni del tutto personali che vanno prese col dovuto senso critico.

Gli albergatori, da parte loro, sempre poco inclini a giudicare positivamente Tripadvisor e simili, dovrebbero imparare a guardare questi strumenti come uno stimolo a fornire servizi più allineati alle aspettative di un ospite sempre più esigente.
E’ importante inoltre considerare che tali strumenti, oltre ad essere delle tremende casse di risonanza in caso di disservizi e difetti, nel caso di recensioni positive che premiano la qualità e l’efficienza dei servizi offerti diventano degli strumenti di divulgazione unici ed estremamente importanti.

Personalmente, ritengo che nella valutazione di una recensione occorrerebbe partire da un presupposto imprescindibile: occorre tenere conto che chi ha avuto dei disagi durante la propria vacanza è più propenso a sfogare la propria delusione rispetto a quanto sia disposto a raccontare la propria esperienza positiva chi ha trascorso un soggiorno piacevole e sereno.
Non tutte le recensioni sono attendibili e, talvolta, albergatori seri vedono pubblicamente offesa la propria professionalità da recensioni di clienti con aspettative assolutamente non giustificate; ma, oggi come oggi, è irrealistico pensare di poter imbavagliare Internet: meglio rimboccarsi le maniche per cercare di proporre al cliente un albergo e dei servizi di qualità, cercando di prendere coscienza che spesso il problema non è Tripadvisor….

Nel caso specifico delle strutture ricettive del Salento, mi sento di poter dire, con una certa competenza, che il livello medio sia discreto ed accettabile, con svariati picchi di eccellente ospitalità

Provare per credere…

giovedì 21 ottobre 2010

Recensioni hotel del Salento: opinioni utili…da maneggiare con cautela

E’ la Bibbia per il viaggiatore, la più vigliacca arma di ricatto per l’albergatore: mi riferisco a Tripadvisor, il social network di viaggi più influente al mondo, spesso motivo di forti polemiche tra clienti, albergatori ed operatori del settore turistico.

Trova la verità e poi vai, questo promette Tripadvisor, che si descrive orgogliosamente come “il sito dedicato ai viaggi più grande del mondo, che permette ai viaggiatori di pianificare viaggi perfetti”.

Ma siamo sicuri che le recensioni riportate su Tripadvisor siano realmente attendibili e affidabili a tal punto da poter essere considerate oggi delle linee guida imprescindibili nella pianificazione della propria vacanza?

Tripadvisor è nato con nobili finalità, essendo indiscutibilmente una cassa di risonanza attraverso la quale i viaggiatori possono esaltare servizi e caratteristiche degli hotel dove hanno trascorso un piacevole soggiorno o, al contrario, possono esprimere il proprio malcontento, mettendo in guardia altri viaggiatori, qualora la loro vacanza sia stata condizionata da disservizi ed inefficienze dell’hotel.
Nelle iniziali intenzioni, l’obiettivo era quello di creare un canale attendibile che un viaggiatore poteva consultare prima di prenotare un hotel confacente alle proprie esigenze; in realtà, non è andata proprio così, in quanto la prevedibile discordanza di recensioni e pareri non ha prodotto altro che confusione e perplessità.

Anche gli hotel del Salento sono stati ovviamente coinvolti in questa diatriba che vede albergatori da una parte e Tripadvisor e utenti dall’altra. E anche nel caso degli hotel del Salento mi sento di poter dire che né su Tripdvisor nè su altri social network esistono verità assolute: esistono solo opinioni, espresse da individui diversi con esigenze ed aspettative diverse, punti di vista che possono essere utili solo se vengono presi nella giusta considerazione e col dovuto senso critico.

Opinioni utili da maneggiare con cura, anche perché quando si parla di vacanza non esistono dogmi né verità indiscusse…

sabato 16 ottobre 2010

Ponte di Ognissanti e Halloween in Puglia: le Masserie del Salento

Rivivere sensazioni lontane in una storica masseria del Salento è un viaggio nella memoria che avvolge ed inebria di suggestioni dimenticate ma sempre vive nei profumi e nei colori di questa terra baciata dal sole. 
Le masserie erano un tempo dimore agricole destinate ad abitazione del “massaro” (il responsabile della conservazione e della difesa del raccolto), dei contadini (che lavoravano il terreno adiacente costituito da frutteti e, soprattutto, da uliveti) e, saltuariamente, dei proprietari.
Dipinte tra stravaganti ulivi e magici muretti a secco, dove il tempo si è fermato a quando la semplicità era la linea guida della vita dei contadini, le antiche masserie della Puglia sono state negli anni accuratamente restaurate nel pieno rispetto delle caratteristiche originarie, trasformandosi oggi in eleganti ed esclusivi relais che riescono a coniugare la magica atmosfera agreste e genuina del Salento di un tempo con uno standard eccellente di servizi.

Le bianche masserie sono una gradevole ed originale proposta per trascorrere il ponte di Ognissanti nel Salento: eleganza e lusso connaturato e mai sfrontato, colori, suoni e odori mai visti né sentiti prima, una dimensione senza tempo in cui trovano terreno fertile l’accoglienza, il bello, il vivere bene.

Sul web sono pubblicati diversi pacchetti per trascorrere Halloween in una masseria in Puglia, mi permetto di consigliarvene qualcuno:
-          Pacchetto Benessere (Masseria San Domenico – Savelletri di Fasano)
-          Weekend con delitto (Masseria Corda di Lana – Leveranno)
-          Pacchetto Gourmet (Masseria Torre Maizza – Savelletri di Fasano)

…vi auguro un indimenticabile soggiorno in un’atmosfera che non avete mai vissuto, ma che in qualche occasione avrete senz’altro sognato…

Leggi anche: Ponte di Ognissanti e Halloween in Puglia e nel Salento: i trulli di Alberobello

martedì 12 ottobre 2010

Diario di Viaggio: in bici nel Salento 1

Prendendo spunto da una nota rivista nazionale che si occupa di cicloturismo, quest'estate abbiamo deciso di trascorrere la nostra vacanza in bici nel Salento.
A dire il vero, è stata la nostra prima volta in bici, non avevamo mai avuto modo di fare un'esperienza di questo tipo; finora, non avevamo potuto sperimentare questa forma di turismo, che da sempre ci incuriosiva, per esigenze familiari..ma, appena ne abbiamo avuto la possibilità, io e mia moglie abbiamo deciso di lasciarci travolgere dallo spirito da fanciullo e dalla genuinità delle sensazioni che solo la bicicletta sa regalare.
Una vacanza nel Salento indimenticabile, ritemprante al 100%.

Siamo rientrati alla vita "normale" da ormai quattro mesi, ma nella mia mente e nel mio cuore ho ancora viva quella sensazione di libertà, di leggerezza, direi quasi di fluidità.
Durante quella vacanza, il nostro unico impegno era pedalare da una destinazione all'altra e gustare a pieno degli scorci mozzafiato, dei colori e degli odori che regala ad ogni visitatore il Salento, pezzo di Paradiso.
Oggi mi sento di dire che l'unico modo per entrare in contatto con il Salento e con la cultura salentina più autentica è attraversare questa meravigliosa terra in bicicletta per godere fino in fondo della magia che si respira nell’aria, aria che sa di grazia e di cultura, di accoglienza e di festa, di barocco e di eleganza...

Aria che sa di ritmo e di pizzica, colonna sonora del Salento, una danza popolare che nasce come ballo curativo dal morso della taranta, un grosso ragno che abita le campagne del Salento, e che è diventata negli anni una danza di corteggiamento, col suo ritmo frenetico e travolgente...

Aria che sa di pane e di orecchiette, che mi pare ancora di sentire nell'aria, come quando attraversando Otranto, ci siamo soffermati a guardare il mare da una balaustra, dove bambini, anziani e gruppetti di ogni età godevano del loro tempo senza ansie, senza fretta...

Ritorniamo a noi e al nostro itinerario in bici, che ho intenzione di raccontarvi con dovizia di particolari; abbiamo deciso di soffermarci sulla litoranea est del Salento, nella zona di Otranto.
Qualcuno ha definito questa strada una delle strade più belle del mondo con i suoi saliscendi, le curve, le marine e le case dei pescatori, le torri e le orchidee. E’ tutto un susseguirsi di aspettative mai disattese, intensamente vissute insieme ad un compagno di viaggio mai banale, sempre fascinoso e sorprendente, il mare del Salento.
Con mountain bike e cartina, partiamo da Otranto per raggiungere i Laghi Alimini, zona umida di grande interesse naturalistico, 8 km a nord di Otranto, attraversando un suggestivo sterrato che solca una fitta pineta e costeggia Alimini Piccolo, uno dei due laghi della zona. Raggiungiamo la pista ciclabile seguendo le indicazioni turistiche (marroni e bianche) per i Laghi Alimini, che fanno lasciare la litoranea per indirizzare verso la strada provinciale interna (meno suggestiva ma anche meno trafficata); scopriamo poi che potevamo anche mantenerci sulla litoranea e addentrarci verso i laghi più o meno in corrispondenza della Baia degli Alimini, una delle spiagge più ampie e suggestive del Salento, caratterizzata da sabbia fine e bianca.

Dai laghi, seguendo a ritroso le indicazioni cicloturistiche, raggiungiamo la Masseria Frassanito; da lì, imbocchiamo tra case e camping una stradina che porta verso il mare di Frassanito: qui inizia una delle parti più selvagge dell'itinerario, dove c'è la possibilità di proseguire il percorso sulla scogliera, seguendo un sentiero spontaneo creatosi col viavai dei pescatori, da dove è possibile ammirare baie incantevoli ed appartate.
Superato Torre Sant'Andrea, dove la pista diventa sterrato, raggiungiamo Torre dell'Orso con la sua splendida caletta e, quindi, la zona archeologica di Roca Vecchia, recentemente resa fruibile ai visitatori.
Proseguiamo quindi per San Foca, con la sua passegiata ed il suo porto recentemente ristrutturato, dove il mio consiglio è quello di fermarvi per lasciarvi travolgere dal sensuale gusto dei ricci di mare...

A questo punto, gli incantevoli scorci e le spiagge incontaminate avevano saziato i nostri sensi e quindi, seppur i chilometri percorsi non erano stati tanti (circa 40, tra andata e ritorno), abbiamo deciso di rientrare in hotel a Otranto, utilizzando la strada litoranea, più comoda e scorrevole.

Il giorno dopo ci siamo spostati verso sud, verso Santa Cesarea Terme e la Grotta Zinzulusa di Castro Marina. Per il momento, immaginate ripide scogliere che affiorano dal mare azzurro intenso, ulivi e fichidindia...

venerdì 8 ottobre 2010

Diario di Viaggio - Salento, terra di libertà

Terra cordiale, aspra e selvaggia la Puglia, terra che emoziona e che accoglie; in un assolato ma mite giovedì di giugno, mi ha dato il suo caloroso benvenuto.
Sin dall’inizio del viaggio, la mia intenzione era ben chiara: avevo completamente bisogno di tuffarmi in una realtà mistica e autentica, dovevo scrollarmi strada facendo di pensieri, problemi, finzioni. Il mio treno, che doveva solcare interamente l’Italia, aveva un doppio compito: oltre ad accompagnarmi realmente in una nuova località, il convoglio doveva condurmi in una nuova dimensione fatta di libertà, di leggerezza, di profumi nuovi. E io, in quei 1000 e più chilometri, dovevo lasciarmi andare, dovevo prepararmi ad accogliere nel mio cuore una terra forestiera.

Sono arrivata a Savelletri, vicino Fasano: Masseria Torre Coccaro, una masseria dipinta tra stravaganti ulivi e magici muretti a secco, dove il tempo si è fermato a quando la genuinità era la linea guida della vita dei contadini.
La bianca masseria si è presentata ai miei sorpresi occhi in tutto il suo splendore: eleganza e lusso connaturato e mai sfrontato, colori, suoni e odori mai visti né sentiti prima, una dimensione senza tempo in cui trovavano terreno fertile l’accoglienza, il bello, il vivere bene.
Avrei trascorso la mia prima notte in Puglia in questo angolo di paradiso: avrei dormito sotto un cielo che non avevo mai visto, ma che in qualche occasione avevo senz’altro sognato.
Avrei dormito protetto da sentinelle eleganti e portentose, gli ulivi: strane creature, che ho iniziato ad osservare con curiosità dal finestrino del mio treno. Percepivo forte la loro personalità, era come se il vento li avesse dipinti uno ad uno: tronchi nodosi, secolari, curvati su se stessi dagli anni, eppure forti, aggrappati alla vita e a quella terra rossa come sangue.

Prima tappa di questa avventura in terra di Puglia è stata lo zoo safari di Fasano.
Giornata piacevole, il parco è ben curato; troppa gente però, troppe auto e soprattutto animali troppo umani, silenziosi come uomini che sopravvivono anziché vivere. Un po’ di malinconia nel vedere leoni, tigri, elefanti oziare all’ombra di alberi che non sono loro, che hanno rinunciato a rincorrere la loro libertà.
Dopo un divertente ritorno al passato tra i giochi del parco divertimenti Fasanolandia, ho ripreso il cammino alla scoperta del nuovo mondo che mi circondava.

Inspiegabili e misteriosi, tra gli immancabili ulivi e le sconfinate campagne, spuntavano di tanto in tanto i trulli, con i loro bizzarri tetti.
A quel punto, la curiosità di approfondire queste costruzioni uniche al mondo ha preso il sopravvento e mi ha portata a modificare il mio tragitto; forse, in realtà, la Puglia non è la destinazione ideale per costruire un itinerario, bisogna solo lasciarsi guidare dall’istinto e dalle meraviglie che si incontrano quasi per caso strada facendo.
Attraversando la tortuosa e panoramica Selva di Fasano, mi sono diretta verso la capitale dei trulli, Alberobello; lungo il percorso, trulli sparsi qua e là sembravano indicare la giusta direzione.
Sono arrivata dopo poco più di un’ora nella zona monumentale e a quel punto ho sentito la strana sensazione di sentirmi una privilegiata poiché mi era stato fatto dono di vedere quel posto unico al mondo.
Un tempo abitazioni del popolo, i trulli ormai da anni sono stati riscoperti nella loro tipicità diventando oggi ambite dimore estive di curiosi viaggiatori e di noti personaggi dello spettacolo e non solo. Quelli della zona monumentale, sono invece adibiti a negozietti dove è possibile trovare le prelibatezze della cucina pugliese, orecchiette, olio d’oliva, taralli e friselle, e i prodotti dell’artigianato, vimini, terracotta, cartapesta.
All’imbrunire riprendo estasiata il mio percorso verso il Salento, verso Lecce, dove vado a trascorrere gli altri cinque giorni della mia vacanza.
Lecce mi accoglie gentile ed elegante come una bella signora, mai avrei pensato che avrebbe potuto sorprendermi così tanto. La città è pulitissima, la civiltà e la cultura si riconoscono in ogni cosa.
A Lecce ho prenotato un hotel, l’Hotel Patria: splendido palazzo nel centro storico, affacciato sull’emblema del barocco leccese: la magnifica Basilica di Santa Croce, col suo rosone imponente e la sua elegantissima piazzetta.
Scoprirò poi che il personale dell’hotel è preparato e gentile e soggiornare all’Hotel Patria è un vero piacere: ma la posizione, quella avrebbe in ogni caso ripagato ad ogni evenienza.
Se Lecce è stata inserita (unica città italiana) nella lista "Best in travel 2010" di Lonely Planet quale città da visitare nel 2010, un motivo ci sarà, ed è presto detto: è la magia che si respira nell’aria, aria che sa di grazia e di cultura, di accoglienza e di festa, di barocco e di orecchiette.
Portali, guglie, colonne e balconi del Centro Storico di Lecce affascinano con effetti cromatici e suggestioni dovuti principalmente all'uso della "Pietra Leccese", una pietra dorata, dura, ma allo stesso tempo particolarmente malleabile. La Basilica di Santa Croce, Piazza Sant’Oronzo, l’Anfiteatro Romano, ma in generale tutti i palazzi della città regalano una immagine di prosperità e ricchezza.
Poi c’è il clima sacro e soave che si respira in Piazza Duomo, unica ed imperdibile…
L’atmosfera del centro storico mi ha attratto così tanto che ho deciso di iniziare le mie giornate bevendo un caffé nella piazza principale, Piazza Sant’Oronzo: era bello osservare la gente passeggiare senza fretta, mi trasmetteva un senso di pace: decisi lì che sarei tornata a Lecce ogni volta che avrei potuto per interrompere i ritmi ansiosi del lavoro e della città.
Di Lecce non cambierei nulla, se non il fatto che le manca il mare. Ma Otranto o Gallipoli distano al massimo una mezz’oretta…
Si può scegliere tra bianche spiagge o scogliere a picco, io amo gli scogli e quindi mi spostavo spesso a sud di Otranto, verso Santa Cesarea Terme e Castro Marina: lì il paesaggio è mozzafiato, la costa sprofonda impetuosa in un mare di una limpidezza mai vista prima; tuttavia, gli accessi al mare sono sempre comodi e agevolati da scalette. Indimenticabili anche il Ciolo e la bianca Santa Maria di Leuca, de finibus terrae.
Proprio lì, a Santa Maria di Leuca, durante una delle mie giornate di sole, mare e relax, ho conosciuto una allegra famigliuola salentina, di Galatina; caso volle che in quei giorni a Galatina si festeggiasse il Santo Patrono, San Paolo, conosciuto anche nel Salento come patrono della pizzica. E così, inaspettato, è arrivato un invito a casa di Sandra e Luca, i miei nuovi amici salentini, per festeggiare insieme al resto della loro numerosa famiglia la tanto attesa ricorrenza.

Dopo un giro della casa, tra soffitti a volta e mille oggetti di antiquariato leccese, ci siamo seduti a tavola. Mozzarelle freschissime, la burrata, la stracciatella, le orecchiette naturalmente, cucinate alla crudaiola, con pomodoro e ricotta secca grattugiata; un’altra pasta, la “ciceri e trìa”, che viene preparata con ceci e due tipi di "tagliatelle", metà fritte e metà bollite così quando la si mette in bocca si ha la sensazione del soffice e del croccante allo stesso tempo, il puré di fave mescolato alla cicoria e il vino, un rotondo Negroamaro.

La risaputa ospitalità dei salentini, il dividere la tavola con loro, con delle persone sconosciute fino a qualche giorno prima, mi ha aiutato a sentirmi veramente parte della terra che così calorosamente mi aveva ospitato fino a quel giorno.
Travolta dal suo ritmo frenetico, quasi senza volerlo, alla fine del pranzo mi sono ritrovata a ballare la pizzica, una danza popolare che nasce come ballo curativo dal morso della taranta, un grosso ragno che abita le campagne del Salento, e che è diventata negli anni una danza di corteggiamento.
Per me ballarla è stato liberatorio; per la prima volta in vita mia mi sono buttata, ho iniziato ad improvvisare senza temere giudizi, senza pormi il problema di ballarla bene o male.
Sandra e Luca ridevano divertiti e un po’ sorpresi; io saltellavo e giravo con gli occhi chiusi e quasi posseduta, mi accorsi lì che il Salento mi aveva restituito la libertà…

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