sabato 20 novembre 2010

Il fascinoso richiamo dell'entroterra salentino

C'è chi ha sentito il richiamo delle proprie radici e chi si è fermato dopo una vacanza: un fascino che ha mille odori, sapori e colori, quello del Salento, un angolo di paradiso che può lasciare ricordi meravigliosi o, addirittura, succede a molti, la voglia di ricominciare proprio da qui, dal sud del sud, da questa penisola nella penisola in mezzo a due mari.E così, anno dopo anno, scoperta dopo scoperta, l'entroterra salentino ha ripreso vita.

Sono passati quasi sette anni da quando Laurence e Philippe hanno detto addio alla Francia e al loro appartamento parigino nel cuore del Quartiere Latino e hanno acquistato, nella campagne tra Maglie e Otranto, una torretta di fine Settecento: un autentico gioiello di pietra immerso in una distesa di ulivi secolari.
"Apparteneva a una nobile famiglia locale", racconta Laurence. "Noi l'abbiamo comprata, totalmente ristrutturata e ci siamo trasferiti: casa nuova, vita nuova, ci siamo detti...e così è stato, perchè dopo esserci lasciati alle spalle i ritmi convulsi della metropoli, nel Salento abbiamo riscoperto il contatto con la terra, il piacere di coltivare l'orto e di godere di sapori autentici".

A Nociglia, in uno dei tanti borghi dell'entroterra leccese, è Thomas, musicista londinese di 37 anni, che ha comprato una tipica casa a corte. Vi si rifugia quando non è in giro per il mondo a suonare. "Qui mi chiamano Thomàs, con l'accento sulla a, dice divertito, ma in questa casa nel cuore del paese, tra lenzuola bianche stese al sole e massaie che si siedono a parlare sull'uscio, ho scoperto che si può essere felici con molto poco".

Sono due delle tante storie che potrete sentire fermandovi a parlare con la gente del Salento. Storie comuni che pure raccontano della trasformazione profonda che sta modificando il cuore meno conosciuto del Tacco d'Italia. Paesini di calce bianca e pietra leccese ripopolati e rimessi a nuovo da inglesi, francesi, ma anche italiani: un popolo eterogeneo composto da attori, professionisti di fama internazionale e mercanti d'arte, che sta costruendo per questa terra assolata lo stesso destino del verde Chianti, ormai invaso, dicono in molti, da miliardari russi.
 

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