martedì 11 gennaio 2011

Tradizioni del Salento: la Focara di Novoli

Focara - Photo Prisma di Tonio Serio

La "focara" è il simbolo di Novoli, un monumento unico nella sua maestosità e grandezza. E' un'enorme falò di tralci di vite secchi che vengono sapientemente lavorati e messi insieme con tecniche antichissime, che si tramandano di padre in figlio. Il risultato è una pira di 18/20 metri di diametro e 20/22 metri di altezza, che non ha pari almeno in Italia e nel bacino del Mediterraneo.
Questa grande "costruzione agricola" viene accesa la sera del 16 gennaio con uno spettacolo di fuochi pirotecnici, e rappresenta il punto di riferimento per gli eventi e le manifestazioni, che durano fino a notte inoltrata. L'accensione della"focara" è il momento culminante della festa e la piazza che la ospita, piazza Tito Schipa, conta la presenza di almeno 50.000 persone. L'appuntamento è per il 16 gennaio, giorno della vigilia della festa, alle ore 20.
La "focara" rimanda al fuoco, al quale S.Antonio Abate è inscindibilmente legato, secondo riti e tradizioni ancestrali.
L'origine della "focara" è materia controversa tra gli studiosi. Pare si faccia risalire intorno al secolo XV, quando ci fu una presenza veneziana a Novoli che esercitava il commercio sulla produzione locale di vino, olio e bambagia, e gestiva di un centro di allevamento di cavalli (La Cavallerizza).
Di anno in anno i costruttori della "focara" si impegnano a variarne la forma, dotandola a volte di un varco centrale, "la galleria", che poi è attraversata dal Santo in processione.
E' formata da almeno 90000 fascine, e il lavoro inizia già a metà dicembre.
Nella "focara" novolese convergono antichissimi comportamenti rituali popolari e sicuramente è un rimando di arcaici riti propiziatori pagani.
Era consuetudine prendere i tizzoni della focara, che alimentavano le "bracera" (braciere), e ancora oggi si raccolgono le ceneri che cengono sparse per i campi.

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