martedì 21 dicembre 2010

Su e giù per l'Italia, tra tradizioni, dolci e cenoni di Natale

Arrivano le feste e l'Italia si prepara a far rivivere i colori e i suoni tipici natalizi e, soprattutto, i sapori della tavola. Da nord a sud dello Stivale il Natale porta con sè il calore della casa e della famiglia, il gusto e il profumo delle cose genuine, l'albero e il presepe, i regali, la musica delle cornamuse e delle zampogne. Tradizioni intimamente legate ai ricordi dell'infanzia, che si rinnovano e si arricchiscono ogni anno in compagnia di parenti e amici, in uno slalom gigante tra pranzi extralarge e cene sfiziose.

Gli italiani, si sa, sono dei buongustai e nonostante la crisi non badano a spese nei momenti di festa, privilegiando i prodotti locali e abbandonando sempre più mode esterofile, in voga fino a qualche anno fa.
Quindi, meno caviale, ostriche e salmone; più bollito, cappelletti in brodo, pizze rustiche e agrumi nostrani per un autentico trionfo del made in Italy gastronomico.
Ed ecco che in tutto il Belpaese il menù natalizio è ricco e variegato: dal cappone in Piemonte alla minestra di cardi in Abruzzo, dalla brovada e muset con polenta in Friuli al fristingo nelle Marche, dai canederli in Trentino, allo sfincione in Sicilia.
In Puglia, nel Salento in particolare
, imperdibili sono le "pittule" fritte nell'olio, bianche ma anche ripiene con baccalà, verdure, o alla pizzaiola, le rape lesse, la pasta con il baccalà, il baccalà al sugo o fritto.

Non mancano vini e spumanti, formaggi, salumi e frutta fresca o secca.
E ovviamente i dolci: dai "grandi classici" come il panettone, il pandoro e il torrone, spesso prodotti artigianalmente, a quelli più legati al territorio: il panpepato a Ferrara, il panforte a Siena, il pandolce in Liguria e gli struffoli a Napoli.Esistono poi altre pietanze per eccellenza che vengono preparate e gustate solo in questo periodo dell'anno.
In Basilicata il pezzo forte è il picciliatedd, un pane impastato con le mandorle; in Calabria si preparano i quazunielli, calzoncini ripieni di uva passa, noci, mosto cotto e cannella; in Campania è famosa l'insalata di rinforzo: un misto di cetriolini, cipolline, peperoni sott'aceto a pezzettini con olive e acciughe, affiancati al cavolfiore cotto; in Emilia Romagna non può mancare il panone, un dolce fatto di mandorle, cioccolato, noci, pinoli, uvetta e miele; in Puglia, tradizione obbliga di preparare il pesce di pasta di mandorla, ripieno di marmellata, cioccolato, frutta candita, i purcedduzzi e le carteddhate, conditi con miele e vin cotto e ricoperti di confettini colorati e pinoli.

Tra i primi piatti che appaiono magicamente sulla tavola delle feste anche agnolotti, ravioli, spaghetti alla chitarra e culurgiones: questi ultimi al sugo di pomodoro e pecorino grattugiato spopolano in Sardegna, gli agnolotti al plin con sugo d'arrosto in Piemonte, i ravioli in brodo di cappone in Veneto, la minestra di cappelleti in Toscana, i maccheroni alla chitarra in Molise, gli spaghetti sminuzzati in brodo d'arzilla con broccoli nel Lazio.

La cena della vigilia prevede solitamente secondi a base di pesce, dal capitone all'anguilla marinata, dallo stoccafisso a una profusione di molluschi e crostacei. La carne abbonda, invece, durante il pranzo del 25: a seconda dei gusti e delle zone si punta sul cappone, sul tacchino farcito o sull'agnello  arrosto, il tutto accompagnato da verdure e patate a volontà, cotte in tutte le maniere.

E tu? Raccontaci con quali piatti delizierai parenti e amici in questi giorni di festa...

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