martedì 12 ottobre 2010

Diario di Viaggio: in bici nel Salento 1

Prendendo spunto da una nota rivista nazionale che si occupa di cicloturismo, quest'estate abbiamo deciso di trascorrere la nostra vacanza in bici nel Salento.
A dire il vero, è stata la nostra prima volta in bici, non avevamo mai avuto modo di fare un'esperienza di questo tipo; finora, non avevamo potuto sperimentare questa forma di turismo, che da sempre ci incuriosiva, per esigenze familiari..ma, appena ne abbiamo avuto la possibilità, io e mia moglie abbiamo deciso di lasciarci travolgere dallo spirito da fanciullo e dalla genuinità delle sensazioni che solo la bicicletta sa regalare.
Una vacanza nel Salento indimenticabile, ritemprante al 100%.

Siamo rientrati alla vita "normale" da ormai quattro mesi, ma nella mia mente e nel mio cuore ho ancora viva quella sensazione di libertà, di leggerezza, direi quasi di fluidità.
Durante quella vacanza, il nostro unico impegno era pedalare da una destinazione all'altra e gustare a pieno degli scorci mozzafiato, dei colori e degli odori che regala ad ogni visitatore il Salento, pezzo di Paradiso.
Oggi mi sento di dire che l'unico modo per entrare in contatto con il Salento e con la cultura salentina più autentica è attraversare questa meravigliosa terra in bicicletta per godere fino in fondo della magia che si respira nell’aria, aria che sa di grazia e di cultura, di accoglienza e di festa, di barocco e di eleganza...

Aria che sa di ritmo e di pizzica, colonna sonora del Salento, una danza popolare che nasce come ballo curativo dal morso della taranta, un grosso ragno che abita le campagne del Salento, e che è diventata negli anni una danza di corteggiamento, col suo ritmo frenetico e travolgente...

Aria che sa di pane e di orecchiette, che mi pare ancora di sentire nell'aria, come quando attraversando Otranto, ci siamo soffermati a guardare il mare da una balaustra, dove bambini, anziani e gruppetti di ogni età godevano del loro tempo senza ansie, senza fretta...

Ritorniamo a noi e al nostro itinerario in bici, che ho intenzione di raccontarvi con dovizia di particolari; abbiamo deciso di soffermarci sulla litoranea est del Salento, nella zona di Otranto.
Qualcuno ha definito questa strada una delle strade più belle del mondo con i suoi saliscendi, le curve, le marine e le case dei pescatori, le torri e le orchidee. E’ tutto un susseguirsi di aspettative mai disattese, intensamente vissute insieme ad un compagno di viaggio mai banale, sempre fascinoso e sorprendente, il mare del Salento.
Con mountain bike e cartina, partiamo da Otranto per raggiungere i Laghi Alimini, zona umida di grande interesse naturalistico, 8 km a nord di Otranto, attraversando un suggestivo sterrato che solca una fitta pineta e costeggia Alimini Piccolo, uno dei due laghi della zona. Raggiungiamo la pista ciclabile seguendo le indicazioni turistiche (marroni e bianche) per i Laghi Alimini, che fanno lasciare la litoranea per indirizzare verso la strada provinciale interna (meno suggestiva ma anche meno trafficata); scopriamo poi che potevamo anche mantenerci sulla litoranea e addentrarci verso i laghi più o meno in corrispondenza della Baia degli Alimini, una delle spiagge più ampie e suggestive del Salento, caratterizzata da sabbia fine e bianca.

Dai laghi, seguendo a ritroso le indicazioni cicloturistiche, raggiungiamo la Masseria Frassanito; da lì, imbocchiamo tra case e camping una stradina che porta verso il mare di Frassanito: qui inizia una delle parti più selvagge dell'itinerario, dove c'è la possibilità di proseguire il percorso sulla scogliera, seguendo un sentiero spontaneo creatosi col viavai dei pescatori, da dove è possibile ammirare baie incantevoli ed appartate.
Superato Torre Sant'Andrea, dove la pista diventa sterrato, raggiungiamo Torre dell'Orso con la sua splendida caletta e, quindi, la zona archeologica di Roca Vecchia, recentemente resa fruibile ai visitatori.
Proseguiamo quindi per San Foca, con la sua passegiata ed il suo porto recentemente ristrutturato, dove il mio consiglio è quello di fermarvi per lasciarvi travolgere dal sensuale gusto dei ricci di mare...

A questo punto, gli incantevoli scorci e le spiagge incontaminate avevano saziato i nostri sensi e quindi, seppur i chilometri percorsi non erano stati tanti (circa 40, tra andata e ritorno), abbiamo deciso di rientrare in hotel a Otranto, utilizzando la strada litoranea, più comoda e scorrevole.

Il giorno dopo ci siamo spostati verso sud, verso Santa Cesarea Terme e la Grotta Zinzulusa di Castro Marina. Per il momento, immaginate ripide scogliere che affiorano dal mare azzurro intenso, ulivi e fichidindia...

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