lunedì 6 dicembre 2010

Diario di viaggio: in bici nel Salento 2

Riprendo a raccontarvi il mio entusiasmante viaggio in bici nel Salento, sul tratto di litorale adriatico salentino.
Come vi accennavo, il secondo giorno avevamo intenzione di lasciarci travolgere dall'incantevole tratto di costa che collega Otranto a Castro Marina, passando per Santa Cesarea Terme.
Di buon'ora partiamo in direzione sud e sin da subito ci appare chiaro che Otranto risulta essere quasi uno spartiacque del litorale, in quanto la costa accogliente, mai ripida e a tratti sabbiosa che ci aveva affascinati il giorno prima, lascia spazio, da Otranto in giù, ad una scogliera ripida e a picco sul mare, capace di regalare colori ed emozioni quasi senza eguali.

Seguiamo la strada litoranea che si dirige verso il faro di Torre del Serpe e della Baia delle Orte, uno degli angoli meglio preservati della costa salentina, dove persino l'ex cava di bauxite ormai rinaturalizzata, regala uno spettacolo di smeraldo nella terra ocra e marrone.
L'asfalto costeggia l'alta falesia a picco sul mare, il paesaggio è mozzafiato; scendiamo verso il promontorio di Capo d'Otranto, dove il faro della Palascia, posto in cui tradizione vuole che il 31 dicembre ci si rechi per ammirare il sole sorgere dal mare in occasione della cosiddetta Alba dei Popoli, è stato restaurato come Museo del Mare.
La strada tende ad allontanarsi dal mare, ma in prossimità della Torre di Sant'Emiliano è possibile deviare nuovamente verso l'incanto del mare.
Si giunge in breve a Porto Badisco, dove la leggenda narra che sia approdato Enea; qui lo scenario è selvaggio e la spiaggia bianca ed il mare trasparente racchiudono uno dei tesori preistorici più importanti d'Europa, purtroppo non visitabile, la Grotta dei Cervi.


Questo tratto di litoranea è di difficile accesso ed è ideale per gli amanti dell'avventura, fatta eccezione per poche ma affascinanti insenature, tra cui le Orte e Porto Badisco, consigliate anche per le famiglie.

A Porto Badisco, ci siamo lasciati travolgere dal sensuale sapore dei ricci di mare, consumati in enorme quantità in una spartana salumeria in piazzetta, un ambiente schietto e senza fronzoli, dove il protagonista assoluto è il riccio…

Proseguendo, dopo una serie di tornanti, arriviamo a Santa Cesarea Terme, una delle più curiose ed orientaleggianti località del Salento. Continuando ancora sulla litoranea verso sud, costeggiando alti sulla falesia, poco prima del borgo arroccato di Castro, si trova il bivio per la Grotta Zinzulusa, che richiede una lunga discesa di tornanti per arrivare al livello del mare, al parcheggio e all'ingresso.
Visitare la Grotta Zinzulusa è un'emozione da non perdere...
Da lì, dopo un fugace pranzo, abbiamo intrapreso la strada del ritorno; da Santa Cesarea Terme, abbiamo imboccato la strada per Poggiardo, per poi svoltare subito per Cerfignano. Al paese, una strada sterrata tra gli ulivi taglia per la campagna, in direzione Uggiano La Chiesa, dove abbiamo deviato per poche centinaia di metri, seguendo i cartelli verso il Dolmen Li Scusi, curiosa "tavola dei giganti" della civiltà neolitica, tra le secolari piante di ulivo.

Il Salento continuava a sorprenderci pedalata dopo pedalata...dolce e poi scontroso, poi ostico e ospitale, il Salento, in ogni sua possibile espressione, è un percorso a serpentina che la natura ha progettato per tenere vivo l’interesse del viaggiatore che abbia voglia di appagare i suoi sensi e di vivere incancellabili emozioni...
Lo ringrazieremo sempre...

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