domenica 5 dicembre 2010

Diario di Viaggio: Capodanno in piazza a Otranto (3)

Il proprietario del locale vedendoci fibrillanti ci propose di salire sul terrazzo con champagne e calici: noi sorpresi ed entusiasti accogliemmo subito l’idea e sfidando il freddo e il vento salimmo. Ai nostri occhi ci apparve una vista senza fiato, alla nostra destra il mare e a sinistra la piazza gremita e festosa: avevamo il posto in prima fila come avevamo sperato!

In quel momento sul palco Mario Biondi con la sua voce profonda ci riscaldava dal freddo e ci guidava verso il tanto atteso conto alla rovescia.…5-4-3-2-1…BUON ANNO da OTRANTO!
A quel punto tutto intorno a noi sembrava magico: applausi, urla, abbracci, baci..se ne vedevano di tutti i colori, ma era festa per tutti!!

Iniziarono poi degli emozionanti fuochi d’artificio sul mare: che grande emozione è stata poter ammirare un tale spettacolo su quel terrazzo, abbracciata alla persona con cui avevo condiviso gli ultimi 5 capodanno!

Dopo un breve ma intenso momento di romanticismo, decidemmo di scendere in piazza e mescolarci nella folla: tra risate, musica e tanti auguri a perfetti sconosciuti trascorremmo le ore più belle della nostra vacanza e del nuovo anno.

La risaputa ospitalità dei salentini, il dividere il momento con loro, con delle persone sconosciute fino a qualche minuto prima, mi permise di sentirmi veramente parte della terra che così calorosamente mi aveva ospitato sin dal primo istante.

Dopo poco, travolta dal suo ritmo frenetico, quasi senza volerlo, mi  ritrovai a ballare la pizzica, una danza popolare che nasce come ballo curativo dal morso della taranta, un grosso ragno che abita le campagne del Salento, e che è diventata negli anni una danza di corteggiamento. Mi sono buttata, ho iniziato ad improvvisare senza temere giudizi, senza pormi il problema di ballarla bene o male.
Grazie ad un gruppo di ragazzi di Galatina riuscimmo anche ad imparare i primi passi e a ballare con ancor più anima.
Proseguimmo così per quasi tutta la nottata fino a quando non ci invitarono ad andare al faro per ammirare la prima alba.
Prima di arrivare al faro, stop presso un forno (sembra che sia aperto sempre tutta la notte) per prendere i pasticciotti (pasta frolla ripiena di crema) e un cappuccino per riscaldarci ed attendere dolcemente il sorgere del sole.

Nella magica atmosfera del faro della Palascia, osservammo rapiti il sole sorgere dal mare: uno spettacolo emozionante, fiabesco, un gioco di barlumi e trasparenze che accarezzavano le onde e illuminavano il cielo ancora assopito.
Era il “primo sorriso del sole”, quello che gli otrantini raccontano essere di buon auspicio; da sempre, ogni nuovo giorno inizia da qui: è la prima alba d’Italia, essendo Otranto la città più ad Oriente della penisola.

Le immagini restaranno incise per sempre nella nostra memoria e nel nostro cuore: eravamo abbracciati, insieme, a dare il benvenuto al nuovo anno.

Riflessi, colori, trasparenze di luce mai più riviste da allora: ci guardammo e senza dire nulla ci rendemmo conto che quello sarebbe stato un capodanno indimenticabile.

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